Prof. Ira Daniel Turkat, Ph.D.
(Clinica Psichiatrica dell’Università di Stato della Florida - USA)
Si ringrazia la traduttrice:
Dott.ssa
Rosa Polizzi
via Tozzi, 5
50135 Firenze
Tel. 055.600505
rosapol@inwind.it
Con il crescere del numero dei divorzi che coinvolgono i bambini, è emerso uno schema di comportamento anomalo che ha suscitato scarsa attenzione. Il presente studio descrive la Sindrome della madre malevola nei casi di divorzio. Vengono dati degli specifici criteri nosologici con numerosi esempi clinici. Data la mancanza di dati scientifici disponibili sul disturbo, è necessario approfondire i problemi della classificazione, dell’eziologia, della cura e della prevenzione.
Introduzione
Definizione
Modello 1a: L'alienazione dei figli
Modello 1b: Coinvolgere altri in azioni
dolose
Modello 1c: Eccesso di azioni legali
Modello 2a: Proibizione di visite
regolari
Modello 2b: Libere conversazioni
telefoniche con il padre
Modello 2c: Impedimento della
partecipazione alle attività extracurricolari
Modello 3a: Menzogne malevole ai figli
Modello 3b: Menzogne malevole agli altri
Modello 3c: Violazioni della legge per
danneggiare il marito
Modello 4: Comportamento non dovuto ad
altro disturbo
Discussione
Bibliografia
Un divorziato ottiene l’affido dei figli e l’ex-moglie gli
brucia la casa. Una donna che era in guerra col marito per l’affido, compra ai
figli un gatto pur essendo a conoscenza che il marito è allergico a questi
animali. Una madre obbliga i figli a dormire in macchina per “dimostrare”
che il loro padre li ha portati alla bancarotta. Queste azioni illustrano uno
schema di comportamento anomalo che si è manifestato sempre più frequentemente
con l’aumento del numero dei divorzi di genitori con figli.
Oggi metà dei matrimoni finiscono col divorzio (Beal e Hochman,
1991). Anche il numero dei bambini coinvolti nel divorzio è fortemente
aumentato (vedi per es. Hetherinton e Arastah, 1988). La maggior parte di questi
casi viene “risolta” dal punto di vista legale, ma la battaglia continua
fuori dal tribunale.
I media si sono notevolmente impegnati al fine di aumentare la
consapevolezza del pubblico sul problema dei padri divorziati che non provvedono
al pagamento dell’assegno di mantenimento fissato dal tribunale. Hodges (1991)
ha osservato che a tre anni dal divorzio solo il 20% dei padri divorziati
provvede al pagamento dell’assegno di mantenimento. L’indagine sul
conseguente peggioramento delle condizioni economiche delle donne (vedi per es.
Hernandez,1988; Laosa, 1988) ha contribuito all’approvazione recente di leggi
per affrontare il problema dei padri inadempienti.
Mentre i media giustamente descrivono le difficoltà causate
alle donne e ai bambini dal fenomeno dei padri inadempienti, non si parla ancora
della guerra ingaggiata da un gruppo distinto di madri contro padri che pagano
regolarmente l’assegno e rispettano la legge. Tutti i giorni avvocati e
terapisti ascoltano narrazioni simili a racconti dell’orrore in cui vengono
attribuiti a padri innocenti comportamenti perversi. Purtroppo non vi sono dati
scientifici sull’argomento. Anche la letteratura clinica ha ignorato il
problema.
Si può trovare un’eccezione famosa negli scritti di Gardner(1987,1989)
che ha descritto in modo eccellente la Sindrome da alienazione parentale
che si manifesta con una serie di manovre attuate con successo dal genitore
affidatario per alienare il figlio dal genitore non residente. Dopo essere stato
sottoposto ad un efficace condizionamento, il bambino è “dominato dall’idea
di denigrare e disapprovare uno dei genitori in modo ingiustificato e/o
esagerato” (Gardner, 1989 pag.226). Nei casi tipici di Sindrome da
alienazione parentale la madre e il figlio mettono in atto una serie di
azioni anomale contro il padre. Gardner considera il concetto di “lavaggio del
cervello” troppo limitato (Gardner,1989) per comprendere la manipolazione
psicologica che il bambino subisce quando lo si spinge all’ostilità nei
confronti del padre non residente.
Mentre le pionieristiche descrizioni di Gardner della PAS danno
un importante contributo alla nostra comprensione delle ostilità presenti nei
casi di divorzio che coinvolgono i figli, il presente studio riguarda
un’anomalia più globale. Come già sottolineato negli esempi dati
all’inizio di questo lavoro, nel corso delle cause di divorzio si verificano
nei confronti dei mariti attacchi gravi che vanno al di là della semplice
manipolazione dei figli. Inoltre queste azioni rivelano l’intenzionalità da
parte di alcune madri di violare la legge della comunità. Infine, vi sono
alcune madri che hanno costantemente comportamenti malevoli allo scopo di
alienare i figli dal padre anche se non riescono a raggiungere il loro scopo.
Insomma questi casi non corrispondono ai modelli della PAS, tuttavia indicano
un'anomalia grave.
Lo scopo del presente studio è di definire e illustrare questa
anomalia più generale con la speranza di provocare una sempre più approfondita
analisi scientifica e clinica del problema.
Questa sezione fornisce una definizione iniziale della Sindrome della madre malevola nei casi di divorzio che è stata tratta da casi clinici e giudiziari. Come per tutte le proposte iniziali, si auspica che le ricerche future portino ad un maggiore affinamento dei criteri tassonomici. La definizione proposta abbraccia quattro principali modelli di comportamento, come segue:
Una madre che senza giustificazione punisce il marito da cui sta divorziando o ha divorziato:
tentando di alienare i figli dal padre
coinvolgendo altri in azioni malevole contro il padre
intraprendendo un contenzioso eccessivo
La madre tenta semplicemente di impedire:
le visite regolari dei figli al padre
le libere conversazioni telefoniche tra i figli e il padre
la partecipazione del padre alla vita scolastica e alle attività extracurricolari dei figli
Lo schema è pervasivo e comprende azioni malevole come:
mentire ai figli
mentire ad altri
violazioni della legge
Il disturbo non è specificamente dovuto ad un altro disturbo mentale, pur potendo coesistere con un altro disturbo mentale distinto [illustrazioni cliniche].
In questa sezione darò esempi clinici di ciascun punto usando i
numeri di riferimento usati sopra.
Poiché i modelli di comportamento dall’1 al 3 sono specifici
della Sindrome della madre malevola nei casi di divorzio , darò una
serie di esempi clinici. Il quarto punto che riguarda il rapporto della sindrome
in esame con altri disturbi mentali sarà discusso in modo più generale.
La gamma di azioni intraprese da parte delle madri per tentare
di alienare i figli dal padre è impressionante. Per esempio:
Una madre ha mentito ai figli dicendo che non poteva più
comprare il cibo perché il padre aveva speso tutto il loro denaro con le donne
nei “topless bar”.
La moglie di un medico ha obbligato il figlio di 10 anni a
richiedere i pasti gratis a scuola per fargli credere che il padre li aveva
fatti diventare poveri.
Ad una donna che per anni era stata vicina ai bambini nel corso
della battaglia legale per la custodia la madre ha chiesto di abbandonare
l’atteggiamento di neutralità e di schierarsi dalla sua parte per ”ballare
sulla tomba del marito”. Quando l’amica ha rifiutato, la madre ha detto ai
figli, mentendo, che la donna aveva una relazione col loro padre.
Comportamenti simili, se coronati da successo, possono portare i
figli non solo ad odiare il padre, ma forse a non vederlo per anni. Come ha
osservato Cartwright: “Lo scopo del genitore alienante è cristallino: privare
il genitore perduto non solo del tempo da trascorrere col figlio, ma anche della
sua infanzia”.
La seconda componente del primo modello di comportamento con cui
la madre tenta di punire il marito, implica la manipolazione di altre persone da
coinvolgere in azioni dolose contro il padre. Esempi di questo tipo sono qui di
seguito:
Durante la battaglia legale per la custodia, una madre ha
mentito al terapista riguardo al comportamento del padre. Il terapista, che non
aveva mai parlato col padre, ha testimoniato davanti al giudice in qualità di
esperto esprimendo il parere che la custodia dovesse essere affidata al genitore
residente e che il padre doveva sottoporsi a terapia.
Una madre in preda alla rabbia ha spinto i figli adolescenti a
lasciare lettere anonime di minaccia nella casa dell’ex-marito.
Una madre che aveva perduto la custodia legale dei figli ha
indotto la segretaria della scuola del figlio ad aiutarla a rapire il bambino.
Nei casi suddetti è importante rilevare che la persona
manipolata dalla madre è stata in qualche modo coinvolta nella rabbia della
madre e “alienata” dal marito di questa in procinto di divorziare. La
persona “raggirata” assume un tipico atteggiamento di virtuosa indignazione
che contribuisce a creare un’atmosfera gratificante per la madre che si
appresta ad intraprendere azioni dolose.
È indubbio che entrambe le parti in causa nelle procedure per
il divorzio o per l’affido hanno il diritto di presentare istanze o avviare
azioni legali. Tuttavia alcune donne che soffrono della Sindrome della madre
malevola nei casi di divorzio tentano di punire il marito con un eccesso di
azioni legali.
Una madre bellicosa e irragionevole attaccava verbalmente il
marito dovunque lo incontrasse. Col tempo la reazione di lui è stata quella di
ignorarla. Allora lei ha portato il suo ex-marito davanti al giudice per
obbligarlo a parlarle.
Una madre ha detto al giudice che sua figlia non era figlia del
marito.
Una donna si è rifiutata di rinunciare alle continue azioni
legali contro l’ex-marito, malgrado numerosi avvocati avessero abbandonato il
caso volontariamente o fossero stati licenziati. In tre anni si erano succeduti
sette diversi avvocati.
Esistono dati che possono aiutare a determinare la gamma delle
azioni legali. Per esempio Koel e altri (1988) riferiscono la frequenza di
processi in un campione di 700 famiglie. I loro dati indicano che solo il 12,7%
delle famiglie presentano una sola istanza in tribunale dopo il divorzio, mentre
meno del 5% presentano 2 o più istanze; meno dell’1% presentano 4 o più
istanze.
Gli esperti sono abbastanza concordi nel ritenere che le visite
regolari e ininterrotte al genitore non residente siano auspicabili e benefiche
per i figli, tranne in circostanze estreme (Hodges, 1991). In effetti, alcuni
stati come la Florida hanno leggi scritte che riflettono questa opinione (Keane,
1990). Purtroppo, anche quando il padre e i figli hanno diritto legale alle
visite, madri affette dalla Sindrome della madre malevola nei casi di
divorzio continuano a frapporre ostacoli all’esercizio di questo diritto.
Una madre, che aveva in precedenza aggredito fisicamente il
marito quando questi andava a prendere i figli, gli ha impedito di prenderli con
se anche quando si è presentato con la polizia.
Una madre, per impedire al padre di vedere i figli, non si
faceva mai trovare in casa quando il marito divorziato andava a trovarli.
Una madre ha spinto il suo boyfriend, un tipo dall’aspetto
feroce, ad aggredire il marito che era venuto a prendere i figli.
Il presidente dell’Associazione per i diritti del fanciullo (Washinghton,D.C.)
osserva che questa alienazione è considerata una forma di violenza sul bambino
(Levy,1992). Purtroppo la polizia in genere evita di essere coinvolta in queste
situazioni. Inoltre, a meno che il padre vittimizzato non sia finanziariamente
in grado di ritornare in tribunale sulla base dei fatti, si può fare poco per
impedire questi comportamenti da parte della madre. Infine, persino quando tali
fatti vengono portati in tribunale, quest’ultimo è spesso inadeguato ad
appoggiare il diritto di visita da parte del padre (Commissione sul pregiudizio
legato al sesso nel sistema giuridico, 1992).
Nei casi di assenza fisica di un genitore il telefono svolge un
ruolo importante nel mantenere il legame tra il figlio e il genitore non
residente. Alcune madri affette dalla Sindrome della madre malevola
nei casi di divorzio compiono una serie di atti volti ad impedire i rapporti
telefonici.
Ad un padre che telefonava per parlare con i figli è stato
detto che essi non erano in casa, mentre lui sentiva le loro voci in sottofondo.
Un altro padre che chiamava per parlare con i figli è stato
lasciato in attesa al telefono senza che nessuno venisse avvertito della
telefonata.
Sapendo che il padre era in vacanza, una madre ha spinto i figli
a lasciare numerosi messaggi alla sua segreteria telefonica nei quali gli si
chiedeva di richiamare immediatamente in caso fosse disponibile per andarli a
prendere al di fuori del tempo stabilito per le visite.
Alcuni padri trovano questi tentativi di alienazione così
dolorosi che alla fine smettono di telefonare ai figli: semplicemente
“mollano”. In uno scenario di sconfitta, l’abbandono del padre (Hodge1991)
sfortunatamente raggiunge proprio il risultato che la madre affetta dalla Sindrome
della madre malevola nei casi di divorzio si proponeva.
Una parte integrante del processo di mantenimento del legame col
proprio figlio è la partecipazione alle attività che si svolgevano prima che i
genitori si separassero. Attività sportive a scuola, sport di gruppo ed eventi
religiosi sono solo alcuni tipi di attività importanti. Le madri malevole
spesso adottano manovre atte ad evitare la partecipazione a tali attività.
Ad un padre sono state date volutamente la data e l’ora
sbagliate di un evento importante per il figlio al quale la madre ha
chiesto:”Chissà perché tuo padre oggi non è voluto venire a trovarti?”
Una madre ha rifiutato di dare al padre informazioni sulle
attività extracurricolari in cui erano impegnati i figli.
Prima di una partita di calcio a cui partecipava il figlio, una
madre ha raccontato delle falsità a discredito del marito a molti dei genitori
degli altri bambini. Quando lui è arrivato per assistere alla partita, molti
dei genitori gli lanciavano occhiate irritate, si rifiutavano di parlare con lui
e si allontanavano quando lui si avvicinava.
Le madri malevole che hanno questi comportamenti raramente
subiscono delle punizioni come conseguenza delle loro azioni. Giudici, avvocati
e polizia non possono occuparsi di tutti i casi in cui al padre viene impedito
il contatto con i figli. Inoltre la maggior parte dei padri non può permettersi
le spese necessarie. Così il ciclo di interferenze nei rapporti tra padri e
figli si perpetua.
Data la loro condizione evolutiva, i bambini in una situazione
di divorzio conflittuale sono piuttosto vulnerabili. Quando un genitore decide
di danneggiare l’altro mentendo ai figli, si possono verificare casi di
comportamento malevolo come i seguenti:
Una madre in fase di divorzio ha detto alla sua giovanissima
figlia che il marito non era il suo padre vero, anche se lo era.
Una ragazzina di 8 anni è stata obbligata dalla madre a
consegnare al padre delle fatture non pagate: la madre lo aveva accusato
falsamente di non provvedere al sostentamento della famiglia.
Una madre ha raccontato ai figli che il padre in passato
l’aveva ripetutamente battuta, cosa assolutamente falsa.
Questi esempi di bugie malevole possono esser confrontate con le
manovre più sottili tipiche della PAS, come le “asserzioni virtuali” (Cartwright,1993):
la madre che causa la Sindrome da alienazione parentale può insinuare
che vi è stata violenza, mentre la madre affetta dalla Sindrome della madre
malevola afferma falsamente che vi è stata effettivamente violenza.
È possibile che delle madri affette dalla Sindrome della
madre malevola nei casi di divorzio coinvolgano un numero considerevole di
persone nei loro attacchi contro l’ex-marito. Tuttavia, nel caso di questo
particolare modello, il soggetto affetto dalla sindrome mente esplicitamente ad
altre persone nel conflitto contro il marito.Ecco alcuni esempi:
Una madre furente ha chiamato al telefono il presidente del
luogo in cui il marito lavorava (1500 impiegati) sostenendo falsamente che
questi usava beni dell’azienda per guadagno personale e che usava violenza ai
figli sul luogo di lavoro.
Una donna ha mentito a dei funzionari statali sostenendo che
l’ex-marito abusava sessualmente della figlia.
Nel corso delle procedure per l’affido, una madre ha mentito
al tutore che stava svolgendo indagini sulle capacità genitoriali di ciascun
genitore, riferendogli che il padre le aveva usato violenza.
Snyder (1986) ha scritto delle difficoltà che le autorità
legali incontrano quando si trovano di fronte qualcuno che è un ottimo
bugiardo. Le ricerche concordano sull’incapacità degli specialisti di
scoprire la menzogna (Ekman e O’Sullivan,1991) e sulla capacità di un abile
bugiardo di testimoniare in tribunale in modo persuasivo (Snyder, 1986). Snyder
(1986) rileva che la menzogna patologica (Pseudologia Fantastica), per quanto
talvolta si riscontri in personalità “borderline”, non è limitata a quel
particolare disturbo della personalità.
La battaglia contro il marito da parte delle donne affette da Sindrome
della madre malevola nei casi di divorzio non ha praticamente alcun limite.
Le violazioni della legge sono comuni in molti casi, anche se di solito si
tratta di infrazioni relativamente non gravi. Tuttavia in alcuni casi le
violazioni sono abbastanza serie.
Una madre ha intenzionalmente spinto la sua automobile contro la
casa dell’ex-marito nella quale risiedevano i loro figli.
Nel corso della battaglia per la custodia legale dei figli, una
donna si è introdotta nella residenza del marito ed ha trafugato dei documenti
importanti.
Una madre furibonda ha telefonato ad una televisione
cristiano-evangelica ed ha offerto 1.000 dollari a nome del marito ebreo del
quale ha fornito indirizzo e numero telefonico.
Gli esempi suddetti possono richiamare alla mente del lettore
certi disturbi della personalità (per es. antisociale, “boderline”,
sadica); tuttavia questi comportamenti si possono riscontrare anche in donne
affette da Sindrome della madre malevola che non sembrano conformarsi ai
modelli diagnostici ufficiali del disturbo di tipo Axis II. Inoltre nessuna
delle madri malevole coinvolte nei casi menzionati ha subito una condanna
dal giudice per il suo comportamento.
Nel valutare la Sindrome della madre malevola nei casi di
divorzio, è importante notare che molti dei suddetti casi clinici sembrano
essersi verificati in soggetti che non avevano ricevuto una diagnosi o cure
precedenti per disturbi mentali. Anzi una madre che aveva un comportamento
estremamente malevolo nei confronti del marito, in fase di divorzio ha
presentato molti testimoni, specialisti di salute mentale, che hanno asserito
che non soffriva di alcun tipo di disturbo mentale.
Secondo l’esperienza dell’autore, per ogni disturbo mentale
che possa venire in mente per spiegare una parte di questo comportamento, vi è
sempre un caso eccezionale. Per esempio in alcuni casi può essere appropriata
una diagnosi di disturbo di adattamento: tuttavia vi è il caso di una
donna che, ancora 10 anni dopo il divorzio, continuava a negare al diritto di
visita. Altri casi potrebbero suggerire come possibile diagnosi un disturbo
della personalità: ma vi è il caso di una donna che ha ripetutamente violato
la legge con continui attacchi contro il marito e nei confronti della quale
specialisti di alto livello non hanno mai riscontrato disturbi della personalità.
In alcuni casi si potrebbe prendere in considerazione la diagnosi di disturbo
esplosivo intermittente, ma in alcune madri la rabbia non appare
intermittente.
Infine il lettore dovrebbe rendersi conto che, da una parte non
sempre l’accuratezza della diagnosi per certi disturbi psichiatrici è quella
ci si aspetterebbe (per es. i disturbi della personalità, vedi Turkat,1990),
dall’altra il problema è reso più grave nel diritto di famiglia quando a
volte vengono coinvolti nel processo degli esperti di salute mentale
incompetenti (Turkat, 1993). Chiaramente il rapporto tra la Sindrome della
madre malevola e altri disturbi mentali è complesso e richiede indagini
significative.
La descrizione precedente della Sindrome della madre malevola
nei casi di divorzio solleva una molteplicità di problemi clinici, legali e
scientifici importanti.
Sotto l’aspetto clinico le famiglie in cui si manifesta la
sindrome sono soggette a gravi episodi di stress e angoscia. Tuttavia non vi è
chiarezza scientifica su come curare il fenomeno. Questa è particolarmente
compromessa dal fatto che molti dei soggetti che sembrano conformarsi ai modelli
diagnostici proposti negano che vi sia in loro qualcosa di anomalo.
Un’ulteriore difficoltà è causata dal fatto che molti
terapisti non sono consapevoli di questo schema di comportamento malevolo (Heinz
e Heinz, 1993). Così vi sono terapisti che vengono ingannati nel trattare
questi casi e, come è stato osservato prima, testimoniano in tribunale che non
vi è niente di anomalo nel comportamento della madre coinvolta.
Sotto l’aspetto legale ci sono avvocati che possono,
involontariamente, incoraggiare questo tipo di comportamento (Gardner, 1989).
D’altro canto vi sono anche avvocati che incoraggiano intenzionalmente questo
comportamento in quanto ne ricavano un tornaconto che è legato alla durata
dell’azione legale. In altre parole, più è complesso il processo, maggiore
è il profitto per l’avvocato. (Grotman e Thomas, 1990). Tuttavia, anche per
la sottospecie di avvocati per cui ciò può valere, vi è un momento in cui il
profitto diminuisce. Inoltre, a prescindere da considerazioni economiche, molti
di coloro che hanno a che fare con i tribunali che giudicano le cause che
coinvolgono la famiglia, trovano che questi casi sono affrontati in modo non
corretto. (Greif, 1985; Levy,1992).
Nessuna donna che abbia questo tipo di comportamento perde il
diritto all’assegno di mantenimento, a meno che non sia affetta da turbe così
gravi da perdere la custodia dei figli; e non va neppure in prigione. Così
molti clienti denunciano una notevole frustrazione quando essi e i loro figli
sono esposti a questo tipo di comportamento, e sembra che i tribunali facciano
ben poco.
In una rassegna di scritti giuridici sul pregiudizio nei
confronti degli uomini nei procedimenti legali Tillitski (1992) conclude che vi
è una diffusa discriminazione. Questa è bene illustrata dall’affermazione di
un giudice di processi relativi a controversie familiari che ha detto: “Non ho
mai visto i vitelli seguire i buoi, seguono sempre la mucca; perciò io do
sempre la custodia alle mamme.” (Commissione d’indagine sul pregiudizio
legato al sesso ne sistema giudiziario, 1992, pag.741). Analogamente, si nota
che il rigore che viene applicato per far rispettare l’ordinanza relativa
all’assegno di mantenimento, non viene invece esercitato nel far valere il
diritto di visita da parte del padre. (Commissione d’indagine sul pregiudizio
legato al sesso nel sistema giudiziario, 1992). In conseguenza di questi
pregiudizi contro gli uomini nella procedura del diritto di famiglia alcuni
padri diventano senza volerlo vittime relativamente inermi del sistema (Tilletski,
1992). Questa situazione sembrerebbe rafforzare il comportamento doloso messo in
atto da donne che soffrono della Sindrome della madre malevola nei casi di
divorzio.
Certo occorre affrontare il problema dell’incidenza del
disturbo secondo il sesso. La schiacciante maggioranza dei genitori affidatari
sono donne (Commissione d’indagine sul pregiudizio legato al sesso nel sistema
giudiziario, 1992). Gardner (1989) ha notato che la PAS si presenta più
comunemente nelle donne, anche se è possibile che un uomo a cui è stata
affidata la custodia dei figli abbia lo stesso tipo di comportamento alienante.
L’esperienza dell’autore, relativa alla Sindrome della madre malevola nei
casi di divorzio, è simile a quella di Gardner, ma chi scrive non ha ancora
trovato un solo caso di padre che abbia assunto uno dei comportamenti elencati
sopra. Ciò non significa che non ci sia la possibilità che la sindrome del
”padre malevolo” esista. Anzi Shephard(1992) riferisce che esistono dei casi
significativi di violenza nei confronti di alcune madri affidatarie da parte di
padri non residenti. D’altro canto si deve osservare che non si riscontrano
finora casi di madri inadempienti, nei casi in cui spetta a loro l’onere del
mantenimento dei figli. Dato che fino ad oggi non sono stati documentati casi in
cui il padre assume tutti gli atteggiamenti corrispondenti ai modelli della Sindrome
della madre malevola nei casi di divorzio mi sembra consigliabile attendere
riscontri scientifici che possano guidare nella scelta di etichette di carattere
nosologico.
Qual è la diffusione della Sindrome della madre malevola nei
casi di divorzio? Non abbiamo una risposta. Gardner (1989) riferisce che
circa il 90% delle controversie per la custodia implicano aspetti di alienazione
parentale. Inoltre Kressel (1985) ha esaminato dei casi che indicano che
addirittura il 40% delle madri a cui è stata affidata la custodia hanno
impedito al padre di visitare i figli allo scopo di punirlo. Arditti (1992) ha
riferito dei dati connessi: il 50% di un campione di 125 padri indicava che la
madre intralciava le loro visite ai figli. Aspetti di alienazione parentale
possono essere comuni, ma è estremamente improbabile che una tale percentuale
di madri a cui sono stati affidati i figli rientrerebbe in tutti i modelli della
Sindrome della madre malevola nei casi di divorzio.
Per quanto riguarda l’incidenza, dal nome della sindrome
sembrerebbe che il comportamento malevolo sia accelerato dal processo di
divorzio. Tuttavia questa è una questione empirica. Le azioni malevole possono
essere notate durante il processo di divorzio, ma è possibile che il
comportamento malevolo fosse preesistente, anche se nascosto. Questa ipotesi è
suffragata dalle ricerche sul conflitto parentale precedente al divorzio (Enos e
Handal, 1986). Infatti può anche accadere che vi siano casi di disturbi mentali
che non vengono scoperti finché non interviene lo stress del divorzio.
Infine si deve osservare che cominciano ad apparire ricerche sul
funzionamento della famiglia dopo il divorzio. Esistono dati sul ruolo del
conflitto parentale nei confronti del comportamento dei figli dopo il divorzio
(per es. Frost e Parkiz, 1990; Furstenberg e altri, 1997; Healy, Malley e
Stewart, 1990; Kurdek, 1988), ma non sono ancora apparsi studi sui casi più
estremi di Sindrome da alienazione parentale e Sindrome della madre
malevola nei casi di divorzio.
La Sindrome della madre malevola nei casi di divorzio
rappresenta un importante fenomeno sociale. Il disturbo coinvolge bambini,
genitori, avvocati, giudici, tutori, operatori psichiatrici e altri. Finché il
fenomeno non viene esplorato più accuratamente nella letteratura scientifica e
clinica, i problemi causati da persone affette dalla Sindrome della madre
malevola nei casi di divorzio continuerà ad affliggerci. Si spera che
questo scritto stimoli la ricerca così da rendere possibile lo sviluppo di
linee di orientamento per la gestione clinica e legale del problema.
MARIO ANDREA SALLUZZO - Rivista
scientifica di psicologia, n. 8, gennaio 2006, pp. 6-18
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Link utili:
Senato della Repubblica - Documenti acquisiti
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SINDROME
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(Prof. Ira Daniel TURKAT, della Clinica Psichiatrica dell’Università di Stato della Florida - USA)
http://madresenzacattedra.blogspot.com/2007/02/la-sindrome-della-madre-malevola_19.html
(Commento alla relazione del Prof. Ira Daniel TURKAT)
http://madresenzacattedra.blogspot.com/2007/02/il-complesso-di-medea.html
(Dr.ssa Laura Catalli)
http://madresenzacattedra.blogspot.com/2006/09/mamme-folli-o-senza-cuore-succede-molto.html
(Elisa Lucchesini - Fonte: “Madri che uccidono”, Prof.ssa Isabella Merzagora Betsos
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(PARENTAL ALIENATION SYNDROME (PAS), Sindrome da alienazione
genitoriale)
Wera Fischer. Psicologa SINSHEIM (RFT)
Richard A. Gardner: The Parental Alienation Syndrome. Creative Therapeutes. Cresskill 1992.U.S.A
http://it.youtube.com/watch?v=xPdCOWNOvP4 ALIENAZIONE GENITORIALE (PAS)
http://it.youtube.com/watch?v=WnN8ba4szE8 FIGLIPERSEMPRE a LA6 TV – parte1
http://it.youtube.com/watch?v=06Ldo4Fj4xE FIGLIPERSEMPRE a LA6 TV – parte2
http://it.youtube.com/watch?v=TcSdR3RwWok FIGLIPERSEMPRE a LA6 TV – parte3
http://it.youtube.com/watch?v=3SKgmFwlnnU FIGLIPERSEMPRE a LA6 TV – parte4
http://it.youtube.com/watch?v=LUPtCtaswvY Vittorio Vezzetti al Maurizio Costanzo Show
http://it.youtube.com/watch?v=FFoCx1OmJsU Natale a Milano: parla l'associazione "Papà separati"
http://it.youtube.com/watch?v=Pqm1C7SeOeg Sistema rapido per eliminare il coniuge
http://it.youtube.com/watch?v=w3PfTG_Hijg La sua Voce x tanti papà separati
http://www.youtube.com/watch?v=iYRCs4AM5wM parte1
http://www.youtube.com/watch?v=ZJk2XMdGpWw parte2
http://www.youtube.com/watch?v=W_xSUXK2S8E parte3
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LA MEDEA DEI TEMPI MODERNI
The Medea of the modern times
(La drammatica analogia fra il mito e la
realtà: Un caso concreto di analisi e di prevenzione della Sindrome di Medea)
(The dramatic analogy between the myth and the reality: A concrete case of analysis and of prevention of the
Medea Syndrome)
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